Scritti

Occhio alla webcam

6 feb 2021

Parliamo di telelavoro.

Scritti

Occhio alla webcam

Ticino7 6 febbraio 2021

Quando non è il caso di mostrarsi, ricordatevi di spegnere la webcam. La sbadataggine è pericolosa, se ne sono già viste di tutti i colori: l'europarlamentare irlandese che chatta in mutande, il giornalista americano che si tocca in diretta, il docente universitario che fa sesso durante la videolezione. Questi incidenti sul telelavoro, ci costringono a ripensare la casa, se diventa un home office. E di fatto, da diversi mesi lo è per molti.

Non per nulla Amazon, Ebay, Wish e altri portali di televendite ci bombardano di mail con offerte di pentole, pantofole, divani, orologi da parete, e attrezzature tecnologiche da camera. Sanno bene che siamo più casalinghi di una volta. La casa è tutto, o quasi. È la libertà e l'arena, il meritato relax e il dovuto contegno. Uno spazio privato che all'improvviso si può trasformare in spazio pubblico, e con un click ti scaraventa in piazza. Così la nostra immagine passa magicamente attraverso l'occhio digitale di una telecamerina e finisce nel mare immenso della rete. Il problema è che non ne siamo del tutto consapevoli, e talvolta accade a nostra insaputa. Siccome non ci si inventa lavoratori smart da un giorno all’altro, non stupisce che gli incontri a distanza, per chi non ha molta pratica di videoconferenze, comportino anche incidenti. Alcuni comici, altri drammatici.

Il discorso vale anche per il set, cioè la "scenografia" alle nostre spalle. Perché anche ciò che sta dietro di noi, parla di noi. Si tratti di una piccola Tour Eiffel, del poster di un film di Tarantino, o di una lampada liberty. La foto dei genitori quand'erano giovani, l'immagine della Madonna o un tamburo africano. Certo sono più disinvolti i giovani e i giovanissimi, quelli che fanno tutorial un po' su tutto: come truccarsi, come usare un software, come sviluppare i muscoli addominali. Tra i videoblogger, gli youtuber, o i cosiddetti bedroom studio producer, i produttori casalinghi, c'è chi ragiona sull’inquadratura e chi le dà meno importanza. Competenti o meno (ma di solito lo sono), controllano meglio la tecnologia, non sono eccessivamente preoccupati per la privacy e in genere si fanno meno scrupoli. E chissenefrega se dietro si vede un bicchiere mezzo pieno, o c'è il divano con i cuscini in disordine. L'importante è bucare lo schermo.