Scritti

Il mondo alla rovescia

1 mar 2022
Scritti

Il mondo alla rovescia

l'Adige, 1 marzo 2022

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Aria di Carnevale. Mascherine sugli occhi anziché sulla bocca. Qualche costume da Uomo Ragno, dame del Settecento e pirati dei Caraibi. Ma dov’è finito il mondo alla rovescia? Che ne è stato della millenaria utopia ribelle, del folklore impertinente, dei rapporti di potere ribaltati? Beninteso, a tempo determinato.
Da molto tempo mi pare perduta o quantomeno assopita la carica trasgressiva che in passato animava la settimana “grassa”. Lo scandalo non è più doveroso, né necessario. Oggi sembra stare tutto dentro ai binari: oltraggi moderati, eccessi contenuti, travestimenti scontati. Al più qualche consuetudinaria e innocua provocazione: politici come sempre tutti corrotti, uomini che per un giorno indossano vestiti da donne.
Nel poemetto in versi intitolato El mondo dal cul en su, l’abate roveretano Gian Antonio Turrati, nato nel 1755, lancia un’invettiva semiseria che tradisce una sorta di nostalgia di un passato mitico, in cui regnavano ordine e granitiche certezze. Un’epoca contrapposta al “present tut svoltolà”, caratterizzato da incomprensibili fenomeni e assurdi costumi: dall’inaudita scomparsa degli uccelli migratori alla moda unisex che rende difficile distinguere gli uomini dalle donne, dall’arroganza dei giovani al caldo fuori stagione, con la conseguente siccità (la “sutta malenaza”). Due secoli e mezzo fa!
La letteratura, le tradizioni popolari, la satira sul mondo alla rovescia comportano da sempre una riflessione profonda costellata di interrogativi tutt’altro che banali: qual è l'origine della disuguaglianza tra gli uomini? Come siamo diventati così poco creativi rispetto alle nostre possibilità di organizzare la vita in comune? Perché creiamo e accettiamo ingiustizie e gerarchie sociali, come fossero naturali?
E approposito di natura, uno dei temi ricorrenti del cosiddetto mondo alla rovescia, sin dal Medioevo, è quello delle lepri assassine. Diversi manoscritti contengono raffigurazioni di lepri e conigli che si vendicano sull’essere umano commettendo atti brutali come la caccia, l’uccisione e lo scuoiamento, cioè ribaltando i ruoli: animali tipicamente associati all’innocenza e alla passività si trasformano in carnefici, ai danni del predatore più feroce che esista: l’essere umano. Con un evidente sovvertimento dell’ordine costituito, naturale e sociale.
Su simili questioni si sono sbizzarriti filosofi importanti, giungendo peraltro a conclusioni diametralmente opposte. Per Thomas Hobbes la necessità di imporre rigide regole serve a contenere la natura individualista e violenta dell'essere umano, altrimenti sarebbe impossibile progredire come società. Secondo Jean-Jacques Rousseau, invece, l’Uomo è buono per natura, ma viene guastato dalla società. L’invenzione dell’agricoltura e la conseguente nascita della proprietà privata ci ha fatti regredire, rispetto al mondo ugualitario dei primitivi cacciatori-raccoglitori. Due ricostruzioni molto diverse che però danno per scontato che le disuguaglianze, nella Storia, siano necessariamente legate, in maniera lineare, alla nostra evoluzione.
Tutto sbagliato, tutto da rifare. In un volume fresco di stampa scritto dall’antropologo David Graeber e dall'archeologo David Wengrow (L'alba di tutto. Una nuova storia dell'umanità, Rizzoli 2022) si getta nuova luce sul passato della nostra specie, prospettando inevitabilmente anche scenari futuri. Una delle tesi principali avanzate nel libro è che le civiltà si possono organizzare in modalità diverse da quelle gerarchiche e patriarcali, e di fatto è accaduto spesso e volentieri. Nella storia umana ci sono state più libertà e più fantasia di quanto comunemente si creda. A conferma, gli autori citano proprio il caso dei Carnevali e di analoghe festività. Dove la “rappresentazione ludica del potere”, cioè il ribaltamento giocoso dei ruoli sociali, invita a pensare che le autorità esistono e funzionano finché lo vogliamo e le lasciamo funzionare.
Da molti mesi viviamo situazioni che a volte sfiorano il paradosso. Non entro nel merito, ma come tutti sappiamo le misure restrittive imposte non hanno brillato per logica, né coerenza. Per fare un solo esempio, i bambini che si sacrificano per la salute degli anziani. Ovviamente è sempre accaduto il contrario; mi sto ancora chiedendo se questa non sia una figura di mondo alla rovescia.
Aria di carnevale. Fateli divertire i bambini, raccontate loro storie strampalate, che varcare i limiti del consentito – perlomeno a parole – fa gran un gran bene alla mente e a tuttal'umanità