Questa sezione non è un blog, è proprio un BLOB come un pentolone in ebollizione, pieno di ingredienti, pubblicazioni, video, interviste, idee assortite. Qui sono raccolti alcuni miei lavori, divisi per categorie: scritti, documentari, incontri, ecc. Vedere per credere :-)
What we call copysites are the replicas of places, buildings and sites that attract visitors interested in cultural heritage (tangible and intangible) and leisure activities, such as, entertainment, shopping, gastronomy etc. We analyse characteristic cases and acknowledge that the creation of copysites has different backgrounds: commercial interests, artistic and aesthetic motives, entertainment reasons, the joy to reproduce forms of success, preservation of the original sites, among others.
La specie umana di norma non si accoppia in pubblico. C’è poco da osservare. Ne deriva che il solo modo per saperne qualche cosa è fare domande. Ora immaginate che da una astronave escano buffi alieni (preceduti, a memoria d’uomo, da pericolosi alieni) interessati alle maniere in cui fate l’amore. Roba da ridere. E infatti molti antropologi alieni sono stati presi per il naso, con dichiarazioni assurde o elusive. Il guaio è che non sempre se ne sono accorti.
In Melanesia, sulle isole Trobriand, esisteva un’apposita casetta dove i giovani facevano esperienze sessuali. La descrisse il famoso etnografo Bronislaw Malinowski, negli anni tra il 1915 e il 1918, durante un lavoro sul campo che gli valse la docenza prima alla London School of Economics e poi alla Yale University. La capanna dell’amore, chiamata bukumatula era frequentata da adolescenti di entrambi i sessi, che vi praticavano la promiscuità, rientrando a casa loro solo per mangiare.
La variegata “specie” Homo turisticus è composta di individui con relativa disponibilità di denaro che viaggiano per piacere, sapendo di tornare a casa dopo una breve vacanza. Il desiderio turistico è generato da una matrice che produce comportamenti comuni. Muovono a questa "diserzione" i ritmi e le regole del distretto produttivo, la necessità di evasione a tempo determinato, le dinamiche famigliari, il marketing dell'altrove in termini di “paradisi” turistici.
Ogni anno, ai primi di novembre, anche i messicani ricordano i loro defunti E lo fanno con cerimoniali e opere d'artigianato ispirati da una cultura che tenta di esorcizzare la paura della Signora in nero, ricorrendo alla burla. Un comportamento che lascia esterrefatti gli europei.