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Homo tridentinus

22 giu 2021
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Homo tridentinus

Per un’antropologia del noi

“Il Trentino è sempre stato una terra di passaggio, perciò gli indigeni hanno sviluppato una certa diffidenza nei confronti degli stranieri…Da questo ambiente deriva una certa chiusura caratteriale. Ma bisognerebbe distinguere radici e matrici: un conto è l'antica cultura contadina, un altro la nuova classe imprenditoriale”. 
“La storia ha segnato il Trentino come terra di cerniera, più che una frontiera, tra due mondi e due culture, la cultura italiana e quella tedesca. Una cerniera fra Trento e Bolzano che però si è inceppata spesso”. 
L'Homo tridentinus nel suo bellissimo habitat promuove la green economy, la sostenibilità e il rispetto della natura, ma orsi e lupi sono ancora considerati nemici, come se fossimo nel Paleolitico”. 
“In questa dialettica tra aperture e chiusure, ben vengano i cinesi, i pakistani, gli indiani, i muratori rumeni, i manager americani, i professori inglesi, i turisti bolognesi, i raccoglitori di mele polacchi, e insomma tutti i foresteri. L'internazionalizzazione per noi è un toccasana”.

Il contesto di questo intervento in video (22 giugno 2021):
"Capitale periferia: i nuovi centri del valore". Appuntamento del ciclo di incontri “Una certa idea di futuro, format promosso da Confindustria Trento in collaborazione con l’Università di Trento e moderato da Alessandro Garofalo.
https://www.confindustria.tn.it/capitale-periferia-comunicato